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26 maggio, 2017

Cesare Augusto Marocco- Il Mio Nord-Est


Ricevo e con grande piacere pubblico questa mail di Augusto Cesare Marocco che mi segnala la pubblicazione di un suo libro.
Il Mio Nord-Est- Tra Piaceri e dolori
Un' ultima fatica dedicata al territorio quel Nord-Est che sentiamo e leggiamo citato come simbolo di operosità e tenacia.  Un crogiuolo di razze, crocevia di storia e storie.  Un Mondo, il nostro mondo.
In bocca al lupo.

Caro Enio,
alzando lo sguardo mi sono trovato impegnato, con un nuovo libro che sta uscendo, ad ampliare di un breve orizzonte la visuale sul Nord Est. In copertina ho posto l’immagine di una prora con un particolare disegno: il nostro Angelo, che fotografai anni fa sul molo là della Safica, mentre nella premessa al libro, che trascrivo qui di seguito, c’è il senso del lavoro. Cordiali saluti. Cesare
La premessa al libro:
L’intreccio con il mio Nord Est sta in poche cose, soprattutto nel piacere di essere nato in questa terra dalle componenti naturali di mare, laguna, campagna, collina e montagna.
Il mare è il Golfo di Trieste che guardo come un benefico crogiuolo di vita, di sussistenza e di comunicazione tra i popoli delle sue rive; un grande lago senza gli aspetti ambigui e misteriosi degli specchi d’acqua dove affogano truci leggende. Un golfo con l’acqua salina dolcissima, accogliente di mite temperatura, favorevole per densità al galleggiamento, di puliti fondali che non opprimono la vista subacquea del nuotatore con pensieri di oscuri abissi fangosi e intricati, marcescenti. La laguna di Grado e Marano accompagna in bellezza il mare alla terra coltivata.
La campagna è quella friulana e isontina, di una sembianza agricola e scenica strepitosa. Le coltivazioni si esaltano nei loro mutevoli colori e colorini, nei raccolti in abbondanza e bontà (le qualità dei doni divini) nei campi digradanti dalla costa via via in su sempre più esposti, inclini al sole sull’erta collinare che s’innalza sulla madre terra e provvede alle sue bambine prodigiose, le viti dei grappoli d’uva.
E in alto in alto le montagne sono le Alpi Carniche e Giulie calcaree dolomitiche, attraenti e friabili come la vita che passa sgretolandosi, un teatro avvincente e luminoso di roccia pura, superbo monumento di calore estivo e sfolgorante allegria invernale con la neve padrona di vette e pendici. I suoi paesaggi in continui diversi disegni di luce che si mostrano alla vista estasiata su cime, ghiaioni, costoni, ghiacciai, cascate e cascatelle di acqua purissima. Un paesaggio verticale cangiante e sorprendente come quello in orizzontale ad ogni ansa di canale nella laguna, l’anello di congiunzione mare-terra della sottostante piana contadina.
Gli altri piaceri di questa terra sono quelli della storia. L’impronta di Roma dalla costa sino ai monti. La Cristianità approdata subito sin dai primi secoli. L’incontro nel mondo nuovo con i popoli migranti, i Barbari. La conservazione delle culture e delle tradizioni sedimentatesi nei secoli entro un popolo di lunga gittata e vitalità, la fedeltà alle parole dell’amore materno, il linguaggio primario della culla, forza e salvezza di ogni popolo.
In questa regione aleggia un sentimento condiviso che si adagia in una dimora civile, praticabile senza insormontabili distanze tra il mare, le città, la pianura e i monti. E poi c’è la gioia di tanti percorsi in cui si può attingere in abbondanza di bello e di buono, quanto si vuole, durante una sola giornata, una sola scampagnata, stando in luoghi diversi da un’ora all’altra, e sentirsi sereni e tranquilli come in famiglia a casa propria.
Una natura e una storia, anche di dolori certo, che qui nel mio Nord Est non vedo tuttavia opprimere la vita con l’ombra della morte, e sono anzi formativi dell’uomo nel corso storico degli anni e dei secoli, con sempre un vincente segno positivo, come si è visto durante le prove durissime che questa terra di confine ha saputo superare con spirito di orgoglio, fattivo sacrificio, consapevole del passato degli avi e della necessità di edificare un futuro per figli e nipoti, per la gente del dopo. Un piacere oggi, non un novello pericolo, anche la vicinanza geografica con altre etnie, slave e mitteleuropee, non in assetto di guerra, ma con motivi umani suscettibili di grandi progressi e nuovi orizzonti.

E un vero piacere personale, un piacere super, è per me l’avere potuto dire qui, in poche righe, se ci sono riuscito, il perché io ami il Nord Est, l’estremo Nord Est e mi piaccia esservi e starci da quando vi sono fortunatamente nato da padre radicato gradese e mamma, stupendo ricordo, una Romani con papà trentino e mamma triestina.

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1 commento:

rm ha detto...

Grazie...da passare ai giovani...lo passo ai miei.